Gite turistiche

CHIESA DI S. MARTINO
La più antica chiesa di Giano è certamente quella di S. Martino di Tours, posta in prossimità della frazione Rocciano, primo nucleo abitativo di Giano.
Abbiamo detto in precedenza che detta chiesa, della quale sono rimasti in piedi solo i muri perimetrali, quasi certamente fu costruita sulle rovine del tempio del dio Giano, quando, con il trionfo del Cristianesimo sul paganesimo, ai luoghi di culto delle antiche divinità si sovrapposero, sia materialmente che metaforicamente, le Chiese Cristiane. E abbiamo illustrato anche le ragioni per cui al posto della chiesa di S. Martino doveva esserci il tempietto del dio dal quale la frazione prima, il paese poi, presero il nome. Che detta chiesa di S. Martino risalga al tempo del primo Cristianesimo a Giano è dimostrato, oltre tutto, dall’antichità della costruzione, realizzata, forse, nel corso del V sec. d.C., poco dopo che il vescovo era stato proclamato Santo.
Alla Parrocchia di S. Martino appartenevano le frazioni di Rocciano e delle Masserie, poste più in prossimità della chiesa. Il Vescovo di Calvi Fabio Maranta, nella già citata sua relazione sulla visita fatta a Giano nel 1583, così scriveva sulla chiesa di S. Martino: “Fu visitata il 28 aprile…. Le famiglie (di Rocciano) erano 17, le anime 72, la rendita ducati 20. Non vi si conservava il Sacramento, per la scarsezza delle rendite e la distanza dall’abitato e, dall’altra parte, si conservava nella cappella del Corpo di Cristo, donde, all’occorrenza, i parroci prelevavano le SS. Specie per la comunione agli ammalati. Tra le carenze gravi, quella dei libri di battesimo, dei matrimoni e dei cresimati…..Non c’era neanche un candelabro per accendervi una candela alla lettura del vangelo… Nella chiesa vi era un altro altare in onore di S. Giovanni Evangelista, la cui immagine era dipinta sul muro….Un altro altare, in onore dell’Assunzione, apparteneva alla famiglia degli Errichi”.
A seguito di questi rilievi, la chiesa certamente dovette essere restaurata alla meglio e riorganizzata per la pratica delle funzioni sacre. Ma successivamente cadde di nuovo nell’abbandono; infatti nel 1722 il Vescovo Positano così scriveva nella relazione sulla visita fatta alla chiesa: «A planta pedis usque ad verticem capitis (dalla pianta del piede fino alla sommità del capo) non ha cosa che sia sana».
I parroci titolari continuarono a succedervisi fino agli anni sessanta del Novecento, anche se per dirvi messa solo di domenica.
Con la morte dell’ultimo Parroco, Rev. D. Giuseppe Simone, avvenuta nel 1968, la chiesa rimase abbandonata a se stessa. L’incuria e il tempo l’hanno ridotta ora in rovine. Era stato il grande impegno pastorale di D. Giuseppe a ritardarne la decadenza. È nostra convinzione che sotto i ruderi della chiesa è celato il rebus del tempio del dio Giano: il quale o fu lì o in nessun posto del paese. La sua eventuale non documentata esistenza renderebbe ancor più misteriose l’origine e la motivazione del nome dato prima al nucleo abitativo originario di Rocciano (= Rocca di Giano), poi, per estensione, all’intero paese. L’antica colonnina di marmo sulla quale poggia l’acquasantiera della chiesa di S.S. Filippo e Giacomo, con sopra impressa, scolpita, l’immagine bifronte del dio Giano, insieme con altri segni grafici, per noi proviene certamente dal tempietto del dio, come tramandato oralmente anche dagli antenati del paese.

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